di Giacomo Bazzani
Un titolo; che cos’è un titolo? È, o dovrebbe essere, una faccenda che riassume in poche e succinte parole la ciccia che il lettore si aspetterebbe di “mangiare”.
Come avrete certamente notato però il titolo scelto dal Ciranone vostro non rientra nella categoria dei titoli abituali perché già lui medesimo dovrebbe avervi fatto nascere una domanda semplice semplice: “ma come la prima; non c’è stata l’anno scorso?”
Sì! Ma si darebbe il caso che l’anno scorso fosse la edizione “zero” perché è stata messa in piedi per vedere l’effetto che faceva e siccome l’effetto è stato decisissimamente appagante, con una “invasione” di bimbi e adolescenti baskettari accompagnati da nugoli di genitori, nonni, zii, fratelli e sorelle, con ovvie e feconde ricadute pure sull’economia nostrana (un noto locale cittadino si ricorda ancora la pacifica e rumorosa invasione di genitori, nonni, zii, fratelli e sorelle al seguito dell’Olympiakos i quali, messi a nanna i pargoli, vi facevano agevolmente mattina…), ecco che la edizione zero diventa ovviamente, naturalmente, pervicacemente e logicamente, l’edizione uno.
Inoltre pure quei 120 giorni dovrebbero suscitare qualche legittima curiosità perché di solito si scelgono numeri più convenzionali; che ne so, 150 o 100….
Potrei giustificare la faccenda dicendo che in effetti sulle prime il countdown sarebbe dovuto partire da 150 giorni l’evento ma, causa uno stramaledetto sciopero a singhiozzo dichiarato dalla mia malferma memoria, mi sarebbe capitato di scordare la scadenza.
In realtà, e questo è un leggendario salvataggio in corner, sarebbe stato troppo banale usare una scadenza ovvia perché chi tira le fila della Stradivari Cup è un gruppo di cinque “squinternati” positivi di cui vi lagnerò fra poco, e coi quali il Ciranone vostro si è trovato da subito a suo agio perché se in giro c’è uno squinternato positivo DOCG questo è proprio lui.
Infine l’ultima perplessità dovrebbe essere una domanda più che legittima: “perché diavolo la scrivi tu sta roba?”.
Perché gli “squinternati positivi” mi hanno chiesto di fare parte, assieme a Laura Lodigiani di Sport Grigiorosso e Alberto “Gege” Guarneri di Cremona 1, del gruppo che, con diversi compiti, dovrà non solo preparare, predisporre, impostare, programmare e allestire la prima edizione della Stradivari Cup, ma essere presenti sul posto i quattro giorni della manifestazione prevista da giovedì 25 aprile (per l’appunto 120 giorni da oggi) a domenica 28 aprile 2024.
Bene. Siccome suppongo che la curiosità vi divori, ora mi tocca elencarvi i cinque “squinternati positivi” di cui sopra: Roberto Spagnoli, Damiano Bonvicini, Marco Tempesta, Alessandro Beltramini e Martina Ferrara.
Una prima riunione è già stata fatta con i piedi sotto un tavolo, condizione da sempre considerata acconcia per fare nascere idee. Però la sensazione che ho avuto, dopo due nano secondi trasformatasi in certezza, è che quei cinque non abbiano bisogno di piedi “sotto” un tavolo per sfornare idee ma basta che siano messi “attorno” ad un tavolo perché le idee fioriscano come un prato di margherite a primavera. E ne sono rimasto letteralmente affascinato…
Mentre li ascoltavo a bocca aperta io, che ho sempre odiato gli inglesismi, ho dovuto ammettere che “brainstorming”, e cioè tempesta di cervelli, fotografa esattamente quello a cui ho assistito quella sera. Non solo perché nel gruppo uno che si chiama “tempesta” c’è per davvero (battutona consigliatami da uno dei cinque che non vi svelerò nemmeno sotto tortura tibetana…) ma pure perché più che a una tempesta quei cinque mi sono parsi qualcosa che assomiglia parecchio ad un vulcano in eruzione.
Il vulcano, in preparazione dell’eruzione primaverile, sta già dando i primi scossoni ma non vi anticipo un accidente di niente perché sarete ovviamente informati via via che la faccenda prosegue; non da me però perché a me è stato affidato il compito di “elzeviriggiare”, termine nobile che in realtà significa “cazzeggiare”, usando pure del “romanticismo” e, anche se la cosa è piuttosto clamorosa perché il Ciranone vostro di romantico ha forse l’unghia del mellino del piede sinistro, succederà certamente perché mi è già capitato nell’edizione zero quando sono incappato nel sorriso disarmante di un aquilotto che mi ha fatto partire un embolo tipo “dolce stil novo”.
Tutto sto “spatasciare” per dimostrarvi che il titolo scelto dal Ciranone vostro, sulle prime parso non consono, c’entra invece meglio del cacio sui maccheroni perché la Stradivari Cup 2024 si presente già ora come elettrizzante, inebriante, appassionante, avvincente e coinvolgente.
Per cui: allacciate le cinture; fra 120 giorni arriva la prima edizione della Stradivari Cup…
Il che è (ancora più) bello e (ancora più) istruttivo (cit. adattata alla circostanza…)